X. Il trionfo della verità
Il Commissario non aveva parlato in ufficio della nuova pista che stava seguendo. Dubitava di vincere al primo colpo il braccio di ferro con Tassi e poi era geloso delle sue scoperte. Varcando il portone della Questura però si rese conto di aver agito in modo sleale. Forse più egoistico che sleale: ‘solipsistico’ era il termine che usava, in questo genere di situazioni, il povero professor Gilioni.
Come avrebbero reagito i suoi ‘collaboratori’? potevano anche offendersi, legarsela al dito, e magari rifiutarsi di lavorare con lui, in futuro.
“Vorrà dire che farò da solo: come dice Edda ‘la torta è di chi l’ha cucinata’! le linci della Scientifica si sono fatte sfuggire l’indizio e le tracce nella foto potevano notarle anche gli altri… abbiamo giocato ad armi pari!”
All’improvviso si sentì un bambino cattivo che non vuole dividere i giocattoli con i compagni, un cane con l’osso in bocca che ringhia al branco, una belva che azzanna il suo pezzo di carne sanguinolenta in solitudine… tornava con il nome dell’assassino scritto sull’agendina come un trofeo da safari: doveva riconoscere anche il merito dei battitori!
Quando comunicò la novità a Magliana, Morganti e Strambi i tre rimasero sbalorditi.
Strambi, a bocca aperta, si guardava intorno con l’espressione felice e frastornata del sequestrato che torna libero: era la prima indagine che seguiva dall’inizio alla fine e, anche se non capiva bene come si fosse sciolto il groviglio, si sentiva contento.
Magliana invece, abituato a rimanere al palo, gioiva all’idea di avere chiuso il suo primo caso di omicidio in pochi giorni…la Sfingedi certo si attribuiva tutto il merito ma, nel lavoro di squadra, c’è sempre il cavallo che tira di più: l’importante era entrare nell’ufficio di Torrisi e poter dire ‘abbiamo un presunto colpevole per il giudice!’
Solo a Morganti l’esclusione dalla fase finale dell’indagine bruciava davvero: dopo tutto era l’unico ispettore sempre disposto a collaborare con Sapìa. Correva tutto il giorno qua e là per riempire i suoi post-it, sopportava stoicamente freddure, proverbi, occhiate di compatimento e poi, quando si tiravano le reti in barca, il Capo lo lasciava a terra…no, non era giusto.
Rosanna Bogo