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I segnalibri di Sant'Agostino

Il 28 Agosto la Chiesa Cattolica festeggia Sant'Agostino. Noi abbiamo preparato dei segnalibri, utilizzando l'opera di Simone Martini. Potete scaricarli dall'area di download.

 

Articoli con tag Campanile

At the Post Office

(Pastiche in salsa Campanile)

La scena si svolge in un Ufficio postale. Una lunga fila davanti all’unico sportello aperto.

Prima signora: “Credo che adesso tocchi a me.”

Seconda signora: “Prego signora, lei è arrivata dopo.”

Prima signora: “Guardi che non ho l’abitudine di saltare la fila. Sono una persona civile, io.”

Seconda signora: “E chi dice il contrario! però adesso tocca a me.”

Impiegata allo sportello: “Allora, vi siete messe d’accordo? C’è gente in fila che aspetta.”

Prima signora (più rapida a raggiungere lo sportello): “Devo ritirare una raccomandata spedita a mio marito da Viterbo, questo è l’avviso. Sono la signora Panti.”

Seconda signora: “Un momento, ioo sono la signora Panti e quella raccomandata da Viterbo è diretta a mioo marito.”

Impiegata allo sportello: “Beh, allora, signore Panti, a chi devo dare questa raccomandata da Viterbo?”

Prima e seconda signora (all’unisono): “A me!”

Prima signora: “Adesso però basta, ogni bel gioco dura poco! Io sono la signora Panti e questo (estrae dalla borsa una fotografia) è il mio legittimo consorte, il signor Panti.

Seconda signora (emette un urlo e si porta le mani alla faccia): “Cielo! Ma quello è mio marito!”

Signore in fila: “E’ evidentemente un caso di bigamia! Io sono un avvocato e ho una certa pratica di situazioni del genere. Prima si crede di avere trovato l’amore della vita, poi si incontra un’altra donna, ma non si ha il coraggio di rompere il vecchio legame, anche per i figli. Si sa, l’uomo è cacciatore. Comunque i bigami dimostrano se non altro un certo rispetto per la forma.”

Prima signora: “Ma quale forma! Non posso credere che mio marito mi abbia ingannata fino a questo punto!”.

Seconda signora: “Quando torno a casa lo sistemo io quel porco!”

Prima signora: “Come si permette di chiamare porco mio marito!”

Seconda signora: “Guardi che io a mio marito do del porco come e quando voglio, stai a vedere che devo farmi autorizzare da un’estranea.”

Prima signora: “E io non glielo permetto! Mio marito è una persona irreprensibile!”

Signore in fila: “Certo, ha solo una moglie di troppo.”

Prima signora: “Sì, ed è di certo questa donna (indica la Seconda signora). E’ lei l’adultera.”

Seconda signora: “Brutta strega!” (si avventa contro la Prima signora, segue un tafferuglio).

Entra una pattuglia di polizia chiamata dall’impiegata allo sportello.

Primo poliziotto: “Fermi tutti, che sta succedendo?”

Impiegata allo sportello: “Le due signore si accapigliano per un uomo.”

Secondo poliziotto: “Vergogna, due signore così a modo che si contendono l’amante.”

Prima signora: “Come si permette, agente. Noi stiamo discutendo a causa di nostro marito.”

Primo agente: “Ah, non avevo capito. Mostratemi i vostri permessi di soggiorno.”

Prima signora: “Non comprendo di cosa stia parlando.”

Secondo agente: “Si, insomma, se vostro marito è poligamo verrete di certo da un paese dove si pratica la religione mussulmana, quindi siete extracomunitarie.”

Seconda signora: “Lei dà i numeri, mio nonno era cavaliere di Vittorio Veneto!”

Prima signora: “E nella mia famiglia vantiamo monsignori e badesse di specchiata fede cattolica.”

Signore in fila: “Ritengo mio dovere collaborare con le forze dell’ordine chiarendo la questione da un punto di vista legale: il marito delle due signore non è mussulmano, è bigamo.”

Primo agente: “Ma si tratta di una situazione illegale: siamo in presenza di un reato!”

Secondo agente: “Signore, declinate le vostre generalità e l’indirizzo, prego.”

Seconda signora: “Rosa Bardelloni in Panti, Via delle Magnolie 2.”

Prima signora: “Che vergogna, pensare che la mia famiglia non ha mai avuto a che fare con la polizia! Sono la signora Anna Ganci in Panti ed abito in Piazza dell’Unità al numero 18. E’ una villetta, state attenti al cane in giardino, con gli estranei è aggressivo.”

Primo agente: “Vado a prelevare il reo al suo domicilio, proverò a casa dell’una e dell’altra delle sue mogli.” (esce per andare a prendere il marito)

Seconda signora: “Che porco, mi faceva vivere in un appartamentino e all’altra aveva messo su la villa.”

Prima signora: “Insomma, la smetta di insultare mio marito!”

Seconda signora: “So io cosa mi ha fatto passare quel gran vigliacco! E le umiliazioni che ho dovuto sopportare: non avevamo i soldi per dare da mangiare ai nostri figli e lui manteneva il cane della signora!”

Prima signora: “Guardi che io vengo da una famiglia benestante, non ho bisogno del denaro di mio marito.”

Seconda signora: “Ah ecco perché l’ha sposata, per i soldi. Perché quanto a bellezza…”

Prima signora: “Ha parlato Miss Mondo!”

Seconda signora: “Megera.”

Prima signora: “Mantenuta.” (si accapigliano nuovamente)

Entra il primo agente con due uomini, chiaramente gemelli.

Primo agente: “Calma signore mie! Tutto è chiarito, i mariti sono due, Renato e Roberto Panti.

Renato Panti (rivolto alla Prima signora, sua moglie): “Sono così dispiaciuto per questo contrattempo, Anna carissima. Non ti ho parlato di Roberto perché non siamo mai andati d’accordo e, dopo la scomparsa dei nostri genitori, ho smesso di frequentarlo.”

Roberto Panti (rivolto al fratello): “Sì, anch’io ho cercato di dimenticarti; non sapevo neppure che tu abitassi in città, per me potevi essere morto.”

Prima signora: “Ma la raccomandata…”

Impiegata: “In realtà le raccomandate erano due, non me ne ero accorta.” (consegna ai gemelli le rispettive lettere).

Renato Panti: “Viene da un notaio di Viterbo. (apre la busta) Ci comunica il decesso del caro zio Taddeo…

Roberto Panti (legge la sua lettera): “Sì, vedo che ti ha lasciato il palazzo in città, a me invece è toccato il podere, tre striminziti ettari di sassi. Non mi ha mai potuto vedere, quel vecchio rimbambito.”

Renato Panti: “Zio Taddeo non era affatto rimbambito.”

Roberto Panti: “Sì rimbambito ed anche carogna. Come te!”

Prima signora: “Come si permette di insultare mio marito.”

Roberto Panti: “Si, rimbambito, rimbambito.”

Prima signora: “Lei è un cafone.”

Roberto Panti: “Ma stai zitta, bertuccia.”

Renato Panti (avventandosi contro il fratello): “Non rivolgerti così a mia moglie, è una signora, non una pezzente come la tua.”

Seconda signora: “Pezzente sarà tua sorella, deficiente” (schiaffeggia Renato Panti, ma è aggredita dalla Prima signora, accorsa in difesa del marito; anche Roberto Panti cerca di colpire il fratello.)

Primo agente (al secondo agente): “Presto, chiama  i rinforzi!”

Vecchia signora in fondo alla fila: “Ma allora questa fila scorre o no!!!”

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Rosanna Bogo

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La creazione del cane

Antefatto

Tutto è cominciato con lo scambio di qualche battuta, quelle iniziali di entrambi i pezzi, e poi si è trasformato in una sfida domestica.

Io e la mia Eva abbiamo buttato giù ciascuno una possibile versione del momento in cui è stato creato il cane, ispirandoci allo stile di Achille Campanile.

Quale vi piace di più?

La creazione del cane I

Dramatis personae (personaggi):
Eva
Adamo
L’Altissimo
Il cane
Il tapiro
Il serpente

La scena si svolge nel Paradiso Terrestre

Eva: Adamo, porta fuori il cane

Adamo: Ma cara, non abbiamo un cane!

Eva: Come “non abbiamo un cane”! Non so cosa inventeresti pur di rimanere a dondolarti su quella maledetta amaca: un giorno o l’altro la farò a pezzi!

Adamo: Non per contraddirti, amore, ma veramente non abbiamo un cane!

Eva: Tutti hanno un cane

Adamo: Tutti chi? Qui ci siamo solo io e te

Eva: Sono sicura che tutti i nostri vicini ce l’hanno, vuoi sempre fare l’originale, lo fai apposta per irritarmi

Adamo: Amore mio, noi non abbiamo vicini! (a parte, tra sé ) per fortuna!!!

Eva: (piange asciugandosi con le dita le lacrime) E non ho neppure un fazzoletto…Guarda che vita mi fai fare!

Adamo: (rattristato) Su non piangere, porterò fuori il cane come vuoi tu, ma non piangere, ti prego. (si guarda intorno ed afferra un tapiro che sta facendo colazione in un vicino cespuglio di more)

Tapiro: (divincolandosi contrariato) Sgrunf sgrunf

Eva: (singhiozzando in crescendo) Ma credi sia una stupida! Quello è un tapiro!

In cielo, molto, molto in alto

Altissimo: Cos’è questo schiamazzo? Qualcuno piange (ascolta) Accidenti, è vero, mi sono dimenticato di fare il miglior amico dell’uomo. Provvedo subito, non sopporto di vedere le mie creature predilette così infelici. (scende nel Paradiso Terrestre)

Altissimo: Eva consolati! Ecco il tuo cane! (posa a terra un botoletto che si mette subito a scodinzolare e sbavare)

Eva: Com’è carino, di che razza è?

Altissimo: razza cane ovviamente! (tra sé, a parte) stai a vedere che mi tocca anche inventare le razze! (rivolto ad Adamo) Questo è il cane primigenio, sarete voi, allevando e selezionando gli esemplari con le caratteristiche che più vi piacciono a creare doberman, bassotti, barboncini, fox terrier, alani e levrieri.

Eva: Però, a ben guardare, è bruttino. Se avessi un levriero sarei più contenta.

Altissimo: E va bene, nel Paradiso Terrestre tutti devono essere felici, eccoti il levriero (il botolo si trasforma in un elegante levriero)

Eva: Con un po’più di pelo…

Altissimo: E sia (il levriero diviene un levriero afgano)

Eva: Signore, tu veramente puoi creare dal nulla tutto ciò che vuoi ed infondere alla materia la vita?

Altissimo: Io sono l’Altissimo che ha creato l’universo e tutto quello che vedi. Con il fango ho fatto Adamo e dalla sua costola, mentre dormiva, ti trassi perché non soffrisse di solitudine.

Adamo: (tra sé) mi fossi svegliato in tempo!!! A me sarebbe bastato un cane, anche meticcio.

Eva: Ma allora potresti creare una zebra a quadretti, un coniglio con le orecchie corte, un emù a quattro zampe? Non mi pare possibile

Altissimo: Tu dimmi cosa vuoi ed io lo farò apparire davanti a te

Eva: allora, se possibile… vorrei che tu creassi un altro uomo, ma diverso da Adamo, per favore.

L’Altissimo e Adamo si guardano sconsolati. Adamo si gratta la testa perplesso. Sullo sfondo il serpente ride divertito.

Sipario.

 

 

Dio Adamo Eva Cane

La creazione del cane II

Personaggi:
Dio
Adamo
Eva
Il cane
Il serpente

(La scena si apre sul Paradiso Terrestre. Ci sono piante lussureggianti, cascatelle d’acqua, ninfee, leoni, elefanti, caimani e zanzare. Sulla scena, in piedi, vicini l’una all’altro, Adamo ed Eva.)

EVA: Adamo, hai portato fuori il cane?

ADAMO (la guarda interrogativo): Cane, quale cane?

EVA (comincia ad irritarsi): Il nostro cane!

ADAMO (didascalico): Ma noi non abbiamo un cane

EVA (irritata): Tutti hanno un cane!

ADAMO (come sopra): Ma se qui ci siamo solo tu ed io!

EVA (come sopra): Ecco, sempre pronto a contraddirmi. Vuoi che litighiamo di nuovo?

ADAMO (conciliante): Ma no, cara, non è per contraddirti, ma qui non c’è nessun cane.

EVA (come sopra): Oh, ma va’ al diavolo!

SERPENTE (entra serpeggiando): Mi ha chiamato?

EVA: Fila via, tu; entri solo al prossimo atto!

SERPENTE: Ah, scusate (serpeggia via mogio, mogio)

EVA (ad Adamo): Hai visto? Hai messo scompiglio nel Giardino. Quello ha pure fatto l’entrata sbagliata, ora lo senti il Regista!

DIO (svegliandosi): Eh?

ADAMO: Cosa?

EVA: Che dice?

DIO: Meditavo e mi è parso di sentire invocare il mio nome

ADAMO ed EVA (all’unisono): No, no. Continui pure a meditare.

EVA (ad Adamo): Senti…

ADAMO: Cosa c’è?

EVA: Ma… e il cane?

ADAMO: Ancora il cane? Quando ti metti in testa una cosa…. Sei proprio cocciuta: non abbiamo cani qui!

EVA: Io lo voglio

ADAMO (sconsolato): Già

EVA (fa una bizza): Lo voglio, lo voglio, lo voglio!

ADAMO (fa spallucce): Non ci posso fare niente, è colpa del Regista.

DIO (si sveglia di nuovo) : Eh? Che c’è? Mi si nomina ancora invano laggiù?

EVA (sommessamente): No, è per il cane…

DIO (che sa tutto): Quale cane? Non ci sono cani costì.

ADAMO (gongolando, rivolto a Eva): Ecco, vedi, che ti dicevo!

EVA (ad Adamo): Sta invecchiando, allora, si è dimenticato di crearlo…

DIO (che sente tutto): Mi sono dimenticato?

EVA (umile): Ehm … sembrerebbe…

DIO: Mah, ho perso la lista delle cose da fare, può darsi…. Non sono più attento come un tempo. (Rivolto a se stesso) Forse ho fatto male a crearlo, il Tempo, ma qui devo fare sempre tutto da solo, e qualche volta…

ADAMO ed EVA (si guardano, scuotendo la testa, senza parlare)

DIO (tuonando): Eccovi il cane!

CANE (compare tra Adamo ed Eva, fa qualche passo, si avvicina all’Albero del Bene e del Male e fa pipì)

SERPENTE: Attento, mi hai schizzato tutto!

CANE: (sorride, compiaciuto)•.

EVA: Adamo, questo cane non mi piace.

ADAMO (rivolgendo lo sguardo in alto): Oh Santo Cielo!

DIO, SERAFINI, CHERUBINI, TRONI, DOMINAZIONI, VIRTU’, POTENZE, PRINCIPATI, ARCANGELI e ANGELI (in coro): Eh? Che c’è?

ADAMO (fa un passo avanti sul proscenio): Qui non ne usciamo più. Vogliamo chiudere il sipario e passare al secondo atto?

(Cala il sipario)

[•] I cani sorridevano, nel Paradiso Terrestre. E’ da quando ne sono usciti che hanno smesso.

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Dr J. Iccapot

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Scrivolo

i racconti del nano grafomane

http://www.scrivolo.it

Segnalibri Sant’Agostino

Segnalibri Agostino

Il 28 Agosto la Chiesa Cattolica festeggia Sant’Agostino. Un’occasione, per noi, per ricordare il grande lettore (e scrittore!), morto 1583 anni fa.

Da stampare fronte e retro e  ritagliare: [download id=”52″]

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Dr J. Iccapot