Quinta e Ultima Parte
“Vede, dottor Silvestri – disse il commissario, tamburellando distrattamente sul piano della scrivania come se quell’interrogatorio fosse per lui solo una noiosa formalità – le bugie che ha raccontato al mio collega, il dottor Magliana qui presente, sono state non solo inutili ma controproducenti: abbiamo raccolto numerosi indizi che la collegano alla morte di Lina Belli, non ultime proprio le sue fandonie, e siamo arrivati alla conclusione che lei ha spinto la ragazza giù dalla finestra… forse perché era diventata un’amante scomoda oppure per gelosia, magari la vittima intendeva lasciarla… ma, se vuole, può tentare di convincerci del contrario.”
Il dottore rimase in silenzio. Aveva la fronte corrugata, un’espressione tesa e concentrata: sembrava intento a soppesare i pro e i contro di quello che stava per dire.
“E’ una follia! – esclamò all’improvviso – io amavo Lina, davvero, però ultimamente era diventata troppo esigente: pretendeva che divorziassi ma così avrei perso quasi tutto e poi, con mia moglie, voglio rimanere in buoni rapporti per via dei bambini… magari tra un po’, con i figli più grandi, l’avrei anche sposata, ma ora no, non ero disposto a rovinarmi per lei… quella notte ci siamo dati appuntamento nella stanza del secondo piano, mi disse che poteva assentarsi solo per un quarto d’ora, era stanca dei nostri incontri clandestini e non intendeva più trascurare il suo lavoro…abbiamo litigato…Lina mi ha mandato al diavolo e se n’è andata.”
“Certo, ma lei l’ha seguita – aggiunse Magliana – e, in un impeto d’ira, l’ha spinta giù dalla finestra! Magari senza rendersene conto: se collabora e confessa potrebbe cavarsela con un’accusa di omicidio preterintenzionale.”
“Io Lina non l’ho neppure sfiorata, lo giuro – esclamò Silvestri, quasi in lacrime – l’indomani intendevo troncare il rapporto, ero deciso a lasciarla libera: a ventiquattro anni doveva fare la sua vita… poi quel colpo terribile! mi sono affacciato a una finestra del corridoio per vedere cosa era successo… un degente di Psichiatria, tre anni fa, ha eluso la sorveglianza e si è buttato di sotto nello stesso punto: quando ho visto il corpo di Lina sul tetto del primo piano mi si è ghiacciato il sangue. Volevo scendere per soccorrerla, anche se chi cade da un’altezza del genere difficilmente sopravvive, però ho sentito qualcuno che correva per le scale, sopra e sotto: ho avuto paura e sono tornato nella mia stanza. Beh, tanto non sarebbe servito a nulla: l’autopsia ha stabilito che è morta subito.”
Rosanna Bogo