“Guarda chi si rivede!”
“Ti avevamo dato per disperso… torni dalla tundra?”
“Però non te la sei passata male, sembri lo stesso di trent’anni fa!”
“Bello sforzo, con l’anima di ferro che si ritrova!”
“Beh, amici, vedo che non siete cambiati neanche voi… i soliti burloni… però qualcuno della vecchia compagnia manca, o mi sbaglio?”
“Hai ragione, purtroppo. Ma perché guastare questa bella occasione parlando di chi è finito nella spazzatura… tutto passa… neanche noi che non siamo vivi possiamo aspirare all’eternità.”
“Però passiamo di generazione in generazione, se ci trattano con un po’ di garbo.”
“L’Arrotino ha ragione – disse il Cammello – dipende da come veniamo conservati. Io lo posso ben dire perché sono il più anziano, ricordo ancora il Natale del 1946…”
“Risparmiaci la tua storia – lo interruppe il Puntale – la sappiamo tutti!”
“Magari l’Albero finto, dopo trent’anni, non la ricorda più – proseguì imperturbabile il Cammello – dunque, ero esposto nella vetrina di una cartoleria nel vicolo della Stufa e il bisnonno dei nostri ospiti entrò per comprare le statuine del presepe: voleva fare una sorpresa ai figli. Un bel regalo perché, nel dopoguerra, giravano pochi quattrini e quelli che c’erano servivano per mangiare e risuolare le scarpe. Il negoziante era un uomo generoso e mi diede in omaggio, con tre pecore. E sono ancora qui!”
“Sfido che ti tengono di conto! ormai sei un pezzo d’antiquariato: gesso dipinto a mano! – disse il Puntale – i miei predecessori di vetro erano altrettanto preziosi ma delicati e hanno avuto vita breve. Per fortuna io sono infrangibile!”
Rosanna Bogo