Agosto 2014 - Nessuna guerra a TroiaAcrilico 40×40 cm (2014)

 

“Nessuna guerra a Troia”… sarebbe bello.
Si trova sempre una causa per iniziare una guerra e si trovano sempre e di nuovo abbastanza idioti che rischiano le loro stupide teste, (le teste intelligenti procurano gli strumenti per fare la guerra) e tutti gli altri lasciano fare o si rallegrano persino un po’ quando i loro eroi vincono trionfalmente contro il nemico cattivo. I perdenti aspettano cento anni finchè nessuno sa più esattamente le ragioni mettendosi poi accanto ai vincitori del passato per offendere insieme la memoria dei morti di entrambe le parti.

Una moltitudine di religioni sono state inventate per impedire agli uomini di ammazzarsi e divorarsi vicevendolmente.

Il successo è scarso. Inutilmente si dannarono l’anima (e ruppero i denti) finchè si resero conto che sarebbe stato meglio benedire le armi prima dell’uso. Le pallottole colpiscono meglio perchè Dio sta sempre dalla parte del vincitore. Sembra anche che se ne compiacia quando si scatenano guerre in nome suo.

Occhio per occhio…
Il concetto di occhio può essere molto esteso: tuo figlio ha rotto il mio vetro, perciò l’ho ammazzato. In guerra non si va tanto per il sottile. I morti vengono contati e segnati.

Una sorta di macabro evento sportivo: risultato parziale attuale 12500 contro 870.

La guerra è sempre crudele, ma celebrarla è puro cinismo, pur supponendo di dare a questo evento un valore educativo, apparentemente per evitare future guerre, ma vendendo contemporaneamente materiale bellico in tutto il mondo.

I posti di lavoro contano di più di alcuni negri, palestinesi, israeliani, afgani, somali, ucraini, russi, iracheni, musulmani, cristiani morti…
Ogni morto è un morto di troppo, ogni ferito è un sofferente di troppo…

“Il lamento per i caduti è soltanto una difesa ipocrita a favore dei viventi che, in questo modo, provano la loro innocenza. Ma tutti sono colpevoli, anche gli dei” dice Ettore, il principe ereditario di Troia che voleva impedire la guerra contro i greci.

Come ragione di guerra venne usato il rapimento di una cortigiana da un palazzo reale.

Tale citazione proviene dal dramma teatrale “La Guerre de Troie n’aura pas lieu” di Jean Giraudoux che merita di essere letto.

Sì, una volta la guerra era un problema grande per l’umanità ma da quando i premi Nobel per la pace della casa bianca “ricoprono” il mondo di la pace, di democrazia, di giustizia sociale, di libertà di parola e di pensiero, di guerre giuste contro il terrorismo… e da quando il consiglio di sicurezza dell’ONU “depone uova di saggezza” come le galline d’allevamento… da quando la nostra economia sopravvive grazie all’industria bellica, da quando noi tutti siamo diventati dei pacifisti credenti…

Da allora non sappiamo più come spiegare la parola GUERRA ai nostri figli.

(Traduzione di R. Battilani)

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Johann Widmer