Ottava e ultima parte.
Alla fine il colpevole salta fuori.
Allegri ascoltò con grande interesse la deposizione dell’avvocato Salani: finalmente saltava fuori un vero movente.
Dopo due giorni d’indagini aveva scoperto che la signora Bertoni era in contrasto con il figlio per questioni economiche e, forse, meditava di mettere alla porta l’amante fedifrago, niente di più: gli attriti d’interesse all’interno del nucleo familiare non sembravano tanto gravi da trasformare in assassino un incensurato. Quanto ai camerieri russi licenziati in tronco, Irina e Yuri avevano una valida ragione per odiare la loro padrona, tuttavia la rabbia per l’ingiustizia subita, dopo un mese, doveva essersi sgonfiata… il timore di finire in carcere, invece, era una molla che poteva facilmente spingere una persona ‘irreprensibile’ come Rabano a commettere un omicidio. Chi fa della morale una bandiera, si disse Allegri, considera la rispettabilità un bene irrinunciabile, una parvenza per cui vale la pena uccidere.
Il commissario inviò immediatamente due agenti a prelevare il ragioniere.
Faccia pallida e labbro tremolante, il sospettato entrò nell’ufficio del commissario a testa bassa: sembrava il ritratto del colpevole.
Salani corse subito alla villa per riferire gli ultimi sviluppi. Era già ora di pranzo e, a tavola, si brindò ripetutamente alla bella notizia.
Orlando, in piedi con il bicchiere alzato, rivolse un pensiero anche alla povera Annalaura: se, là dove si trovava ora, poteva vedere cosa accadeva sulla terra, di certo in quel momento gioiva con loro per la sconfitta di Rabano.
Salani, al momento del dessert, annunciò che intendeva ripartire al più presto per Macones. La causa per l’annullamento del testamento era praticamente già vinta ma la sentenza definitiva avrebbe richiesto molti mesi, forse più di un anno. In Polinesia la giustizia seguiva percorsi tortuosi e, come avvocato, non garantiva nulla sui tempi… per fortuna la seconda signora Bertoni, conosceva persone importanti ed era disposta a mettere un po’ d’olio negli ingranaggi della burocrazia locale, in cambio di un modesto sostegno economico. A Macones, però, ogni strada aveva una scorciatoia che portava nello stesso luogo senza passare dalle aule del tribunale: bastava un’intesa amichevole tra le parti… un accordo stragiudiziale.
Insomma, concluse Salani, conveniva trattare con Rabano e quello era il momento migliore per farlo. Dopo lo spavento dell’interrogatorio, con un sospetto di omicidio sulla testa e lo spauracchio di finire in galera per truffa, il ragioniere avrebbe accettato qualsiasi condizione che gli permettesse di salvare la faccia e rimanere in libertà.
Rosanna Bogo